Ieri mattina, attorno alle 11.30, un lettore di TriesteCafè, impegnato nella pesca al tonno al largo di Miramare, ha agganciato uno squalo volpe di circa 3 metri. L’esemplare è stato immediatamente liberato dopo aver rimosso l’amo con una pinza. Ma non è il primo avvistamento di Squali Volpe nel Golfo di Trieste.
Gli avvistamenti e la pesca accidentale dello Squalo Volpe
Solo due settimane fa, c’era stato un altro avvistamento nella stessa area. Gli avvistamenti di squali volpe non sono una novità nel golfo di Trieste, ma questa volta l’episodio ha suscitato particolare interesse per la dinamica dell’accaduto come riporta VeneziaPrima. Quattro amici impegnati nella pesca del tonno, hanno accidentalmente catturato uno squalo volpe di circa 4 metri. Nel video girato a bordo, si vede chiaramente il momento in cui la lenza viene tagliata per liberare lo squalo, che è subito tornato in profondità. “Subito dopo averlo rilasciato è tornato in profondità e non l’abbiamo più visto“, hanno raccontato i quattro amici.
Un altro avvistamento di squalo volpe è stato segnalato dall’Associazione Italiana Guide Professionali di Pesca (AIGUPP) al largo di Jesolo. In questo caso, un giovane esemplare lungo 160-170 centimetri è stato pescato e liberato da una guida professionista dell’associazione, che ha seguito le indicazioni tagliando la lenza il più vicino possibile all’amo per evitare di stressare lo squalo.
Secondo Eleonora De Sabata, portavoce del progetto “Life European Sharks“, l’alto Adriatico è una zona strategica per gli squali volpe, che vi si recano per far nascere i piccoli. “Si tratta in quasi tutti i casi di femmine gravide, che non possono essere pescate e in caso di catture involontarie come questa vanno lasciate andare velocemente“, spiega De Sabata. Gli ami si degradano, quindi il consiglio è di tagliare la lenza il più vicino possibile alla bocca del pesce e rapidamente affinché sopravvivano.
Una Specie a Rischio estinzione, come liberarli dall’amo
Gli squali volpe sono una specie a rischio di estinzione e impiegano molto tempo a riprodursi, quindi è essenziale proteggerli. “Nell’ambito del progetto European Sharks abbiamo organizzato corsi per le guide di pesca ricreativa e professionale, poiché delle circa 80 specie di squali presenti nel Mediterraneo e nell’Adriatico, almeno la metà non sono protette“, continua De Sabata.
Alcuni squali come le verdesche, i palombi e i cagnoletti sono commestibili, ma a differenza del tonno, che depone migliaia di uova all’anno, gli squali producono solo 3 o 4 piccoli all’anno (o uova, a seconda della specie). Questo tipo di pesce, che ha uno scheletro cartilagineo, è particolarmente vulnerabile.
De Sabata ha inoltre lavorato con pescatori e chef per modificare i menù, evitando l’uso di palombo nella preparazione di piatti tradizionali come il Cacciucco, una zuppa di pesce livornese. In Toscana, infatti, i palombi sono attualmente assenti. L’appello di European Sharks è di segnalare con foto e video sul sito della Guardia Costiera o Capitaneria di Porto le zone di avvistamento degli squali. “Anche se sono stati osservati qualche tempo prima, segnalazioni con foto e video possono aiutarci a mappare le aree di presenza degli squali e a proteggerli“, conclude De Sabata.