Ah, la coprolalia! Un termine che potrebbe sembrare uscito da un oscuro capitolo della scienza, ma che in realtà racconta di una situazione… piuttosto vivace. Non stiamo parlando di una semplice voglia di dire parolacce durante una partita di calcio con gli amici, ma di qualcosa di molto più serio, benché a volte sia difficile trattenere un sorriso (specialmente quando a esternare è una celebrità in televisione come Diana Del Bufalo).
La coprolalia è infatti un disturbo di origine neurologica che si manifesta come un irresistibile impulso a pronunciare espressioni volgari, oscene o inappropriate. Insomma, se una persona comincia improvvisamente a lanciare improperi a destra e a manca, senza nessun motivo apparente, potrebbe soffrire di questo disturbo.
Ma prima di saltare a conclusioni affrettate, lasciamo la parola a chi ne sa di più, come la psicologa e psicoterapeuta Lucia Montesi, intervistata da FanPage che ha spiegato con grande serietà (e un pizzico di sorpresa) come riconoscere la coprolalia e quale potrebbe esserne la causa.
Che cos’è la coprolalia
La Dott.ssa Montesi ci spiega che la coprolalia è una vera e propria esplosione di parole che sembrano venire direttamente dal peggior film comico. Siamo nel regno dei tic vocali, dove parole e insulti inappropriati spuntano fuori come fuochi d’artificio, senza preavviso e senza controllo. Non c’è nessuna intenzionalità dietro quelle parole, quindi, mi raccomando, niente processi alle intenzioni!
Questi “scoppi linguistici” sono spesso privi di collegamento con la situazione in corso, come se il cervello decidesse all’improvviso di fare una pausa dallo scenario e lanciare una “bomba verbale”. Non c’è da stupirsi se chi ne soffre si trova in situazioni socialmente imbarazzanti. Avete presente quelle cene formali? Quando l’atmosfera si fa noiosa, bam! Ecco che arriva l’insulto senza senso, probabilmente lanciato con il tono di un annuncio importante.
E come funziona tutto questo dal punto di vista neurologico? Montesi ci dice che la causa principale risiede in un malfunzionamento dei gangli della base (non sono gli extra-terrestri di un film di fantascienza, ma importanti aree del cervello!). Questi gangli, che dovrebbero inibire certi movimenti e suoni indesiderati, ogni tanto decidono di prendersi una vacanza, lasciando liberi di agire neurotrasmettitori come dopamina, serotonina e noradrenalina. Ed ecco che scatta il “tic verbale”.
Come comportarsi davanti al disturbo
Davanti a un’esplosione linguistica, la tentazione di ridere o, peggio ancora, di arrabbiarsi può essere forte. Ma Montesi ci ricorda che la chiave è l’accettazione: non bisogna mai punire, né sgridare chi soffre di coprolalia. Piuttosto, bisogna ignorare il tic e fare del proprio meglio per creare un ambiente sereno. E per i più piccoli, è essenziale che la scuola sia un posto dove si possa parlare apertamente del disturbo, senza il timore di essere derisi. In fondo, la consapevolezza è la miglior difesa contro il bullismo!
Disturbo di Tourette e coprolalia: la relazione
Ma qui viene il bello: molte persone associano la coprolalia direttamente alla sindrome di Tourette, immaginando che chi ne soffre vada in giro a urlare parolacce ogni due per tre. In realtà, solo il 10-20% di chi ha il disturbo di Tourette manifesta coprolalia. Non è quindi un’abitudine generale, ma piuttosto un piccolo extra nel menù dei tic. Inoltre, la coprolalia può presentarsi in altri contesti patologici, come il disturbo ossessivo-compulsivo, malattie psicotiche o persino danni cerebrali.
Quindi, la prossima volta che sentite qualcuno lanciarsi in un’uscita “colorita”, fermatevi un attimo. Non è detto che stia solo cercando di fare colpo con qualche battutaccia! Magari è la coprolalia che sta facendo il suo show. E sì, l’ironia della situazione potrebbe essere irresistibile, ma ricordatevi di avere un po’ di comprensione e tolleranza!
Questo era un piccolo viaggio nel mondo della coprolalia, un disturbo tanto curioso quanto reale. Dalle celebrità alle persone comuni, il linguaggio può a volte fare brutti scherzi… o meglio, brillare di luce propria, anche quando non vorremmo!