In Trentino le smart drugs sono una spina nel fianco, altro che Fentanyl

Mentre il Fentanyl terrorizza il mondo con la sua potenza letale, in Trentino sono le smart drugs a preoccupare di più. Queste sostanze, facilmente reperibili online e spesso vendute come innocenti integratori, stanno causando un'impennata nei casi di dipendenza. La responsabile del Servizio dipendenze di Trento, Ermelinda Levari, avverte che la sottovalutazione del problema è grave, con i giovani che iniziano sempre prima. E mentre le autorità cercano di tenere il passo, il mercato delle smart drugs cresce inarrestabile

Smartopic Smartopic - Redazione
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Nel cuore del Trentino, mentre tutti si preoccupano dell’onnipotente Fentanyl, l’eroina dei supereroi che può stenderti con un solo respiro, la vera spina nel fianco sono le smart drugs. Questi intrugli moderni, legalmente venduti come fossero caramelle, stanno causando più mal di testa dei peggiori tormentoni estivi.

Secondo Ermelinda Levari, la capo dei cervelloni del Servizio dipendenze di Trento, il problema è proprio nella loro apparente innocuità: “Se è legale, non è pericoloso,” dice Levari, citando quello che sembra essere il mantra di troppi cittadini.

Questa filosofia, già devastante per alcool e tabacco, si estende ora alle smart drugs, che si trovano facilmente online, spesso camuffate da innocenti integratori. E così, i giovani aspiranti psiconauti, alla ricerca di viaggi allucinogeni o di superpoteri cognitivi, svuotano il portafogli per accaparrarsi queste novità sintetiche.

Nel frattempo, il Ministero della Salute e le forze dell’ordine si impegnano in una continua gara contro il tempo, aggiornando senza sosta la lista delle sostanze illegali. Tuttavia, i laboratori delle organizzazioni criminali sono sempre un passo avanti, sfornando versioni sempre più sofisticate e insidiose di queste droghe.

Smart drugs, chi vince la gara?

Tra queste, spiccano i cannabinoidi sintetici, che di naturale hanno solo il nome, e versioni potenziate di eroina, cocaina e altre sostanze psicoattive che non farebbero sfigurare un film di fantascienza.

Un fattore che amplifica i rischi è la scarsa preparazione dei consumatori, che spesso ignorano i pericoli e combinano queste sostanze con altre, creando cocktail esplosivi. Non sorprende quindi che la maggior parte dei 2.000 utenti dei SerD della regione – 1.020 in Trentino e 1.039 in Alto Adige – si trovi in queste condizioni. E la tendenza è in crescita, con un preoccupante abbassamento dell’età dei nuovi consumatori.

Bolzano sul podio

I dati parlano chiaro: quasi il 41% degli utenti a Bolzano e il 32% a Trento hanno meno di 35 anni, segno che l’accesso alle droghe inizia sempre prima. Ma chi si rivolge ai servizi è solo la punta dell’iceberg di un mercato che prospera, sia online che offline. Gli ultimi rapporti parlano di 235 kg di stupefacenti sequestrati in Alto Adige e 187 in Trentino nel 2022.

Questa situazione di illegalità contribuisce anche a riempire le carceri. A Trento, il 18% dei detenuti ha problemi di dipendenza, una percentuale che schizza al 57% a Bolzano.

Ma le dipendenze non si fermano a quelle da sostanze. Crescono anche le ludopatie e le dipendenze tecnologiche, come il phubbing (ignorarli tutti per giocare col cellulare) e il vamping (rinunciare al sonno per chattare o stare sui social). E non dimentichiamo la nomofobia, la paura di rimanere senza connessione, che fa impazzire chiunque si trovi fuori rete.

Secondo Levari, la chiave non sta nella repressione, ma nella consapevolezza e responsabilità, con progetti di prevenzione e educazione alla salute. Solo così si può sperare di arginare un problema che, altrimenti, rischia di sfuggire di mano.

In conclusione, nel 2022 in regione sono stati sequestrati oltre 400 kg di stupefacenti. Il consumo di smart drugs continua a crescere, complici le normative che non riescono a tenere il passo con le nuove sostanze. E i numeri del Servizio dipendenze, che segue oltre 2mila persone, rappresentano solo la punta di un iceberg sempre più inquietante.

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