Elon Musk deve affrontare un’altra tempesta mediatica con la sua piattaforma social, X, precedentemente conosciuta come Twitter. La Commissione europea ha infatti accusato la piattaforma di violare le regole del Digital Services Act (Dsa), mettendo in evidenza la mancanza di trasparenza e l’uso di modelli ingannevoli. Ma Musk non si ferma qui: X ha anche aperto le porte alla pubblicazione di contenuti espliciti, rendendo il panorama ancora più interessante (e complicato).
Interfaccia: Più Oscura di un Thriller di Hitchcock
Margrethe Vestager, la commissaria Ue alla Concorrenza, non usa mezzi termini: “A nostro avviso, X non rispetta la legge sui servizi digitali nei settori chiave della trasparenza, utilizzando modelli oscuri e quindi fuorviando gli utenti.” Insomma, la Commissione europea ha deciso di vederci chiaro in un’interfaccia che, a quanto pare, di chiaro ha ben poco. Tra gli account verificati ottenibili con un semplice abbonamento, gli utenti sono lasciati nel buio sull’autenticità dei contenuti con cui interagiscono. Forse era meglio quando l’unico problema di Twitter era il limite di 280 caratteri.
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Pubblicità: La Trasparenza Che Non C’è
Altro nodo cruciale è la pubblicità: la Commissione accusa X di non avere “un archivio pubblicitario consultabile e affidabile”, rendendo difficile la vigilanza sulle inserzioni. Sembra che Elon abbia deciso di tenere segreti anche gli spot dei cereali per la colazione, creando un clima di mistero degno di un romanzo giallo.
Accesso ai Dati: Ricercatori a Bocca Asciutta
E come se non bastasse, X non permette ai ricercatori l’accesso ai dati pubblici, in violazione delle nuove regole europee. Immaginate la frustrazione dei poveri ricercatori che, invece di analizzare dati cruciali, devono accontentarsi di fare refresh sulla homepage di X sperando che appaia qualcosa di utile.
Contenuti Espliciti: Tra Libertà e Moderazione
Nel bel mezzo delle accuse, X lancia una nuova politica sui contenuti espliciti. Dal mese di giugno, la piattaforma consente la pubblicazione di materiale pornografico, a patto che sia contrassegnato da un content warning e non sia visibile ai minori. “Potete ora condividere materiale prodotto e distribuito consensualmente con nudità di adulti o comportamenti sessuali, a condizione che sia etichettato in modo appropriato,” recita la nuova policy.
X sostiene di voler proteggere la “libertà sessuale” come legittima forma di espressione artistica, ma vieta allo stesso tempo contenuti che promuovano “sfruttamento, non-consenso, oggettificazione, sessualizzazione dannosa per i minori o comportamenti osceni”. Buona fortuna ai moderatori che dovranno destreggiarsi tra questi paletti più intricati di un labirinto.
Un Palinsesto Variegato per il Futuro di X
Insomma, X si trova ora in una posizione a dir poco scomoda, tra le accuse della Commissione europea e una nuova politica sui contenuti espliciti che potrebbe far discutere. Se da una parte l’ex Twitter cerca di reinventarsi e attrarre nuovi utenti, dall’altra rischia di perdere credibilità e fiducia. Non ci resta che aspettare e vedere come Elon Musk deciderà di uscire da questo ennesimo ginepraio. Ma una cosa è certa: su X, la noia non è mai un’opzione.