Coronavirus, è scontro scienzati-politici per la fase 2. Governo e Regioni stanno discutendo il graduale ritorno alla normalità, che gli analisti stimano dal 4 maggio. Tra il Governo e la riapertura c’è di mezzo un pool di esperti che sembrano avere sempre più influenza nelle decisioni del Governo, portando ad un inevitabile scontro tra politici e scienziati. Primo argomento di discussione è l’app di tracciamento: essa dovrebbe essere fondamentale per ritornare alla vita normale, poiché permetterebbe di intervenire molto rapidamente qualora ci fossero nuovi casi.
Monitorare gli italiani sì, ma sempre nel rispetto della privacy: un compito non facile, c’è un filo sottilissimo che potrebbe far passare un’app rivoluzionaria e importantissima in una polemica costante. La task force nominata da Conte, con a capo Vincenzo Colao, vorrebbe sostituire l’autocertificazione con la stessa app ma il caos prosegue perché molte Regioni hanno lanciato un’app dedicata e costringere chi ha già quest’applicazione a spostarsi su quella nazionale potrebbe risultare complicato.
Politica e scienza non vanno d’accordo: l’Italia aspetta
Per quanto riguarda i tamponi ci sono varie scuole di pensiero: in Veneto i tamponi a tappeto sembrano aver dato i frutti sperati ma è una soluzione molto dispendiosa dal punto di vista economico. L’infettivologo Giovanni Rezza, invece, è dubbioso sui tamponi a tappeto, preferendo quelli mirati, creando ulteriore scompiglio nel Comitato Tecnico Scientifico.
Nel frattempo la Lombardia ha annunciato che il 21 aprile partirà con i test per la cosiddetta patente immunitaria. Questi test hanno suscitato non pochi dubbi sull’attendibilità dei test, che, a detta degli scienziati, potrebbero portare a molti falsi contagiati. Da una parte gli scienziati vanno cauti, dall’altra i politici preferiscono andare direttamente al sodo, prediligendo il test a tutti coloro che sono pronti a tornare a lavorare.
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