Coronavirus, Filippine: si spara contro chi esce di casa. “L’emergenza qui è stata affrontata seriamente anche perché il Governo ha sparato contro chi usciva di casa”. Così aveva esordito Marcello Lippi in una delle sue recentissime interviste in cui era intervenuto per descrivere la situazione cinese. Una dichiarazione che aveva destato poco scalpore e che, forse, non era stata pesata nella maniera giusta. Adesso, però, la Cina potrebbe non essere l’unico paese asiatico ad affrontare il problema in questo modo.
Nelle Filippine, il presidente Rodrigo Duterte sembra voler seguire l’esempio cinese e ha comunicato alla polizia di adottare le stesse modalità di repressione. La decisione sarebbe stata presa dopo che, nei giorni scorsi, 21 persone sono state arrestate per avere preso parte ad una manifestazione non autorizzata. Una minaccia che non può passare in sordina per un paese con un sistema sanitario sicuramente non all’altezza in caso di emergenza sanitaria.
La quarantena, quindi, non si discute e poco importa che se i manifestanti protestavano per il colpevole ritardo del Governo. Duterte non vuole farsi sfuggire di mano la situazione e ordina di aprire il fuoco contro chi viola la quarantena.
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