Arrestati il sindaco e il vicesindaco di Poggiomarino: indagine su voto di scambio politico-mafioso

Il sindaco di Poggiomarino, Maurizio Falanga, e il vicesindaco Luigi Belcuore sono stati arrestati per voto di scambio politico-mafioso. L'inchiesta, condotta dalla DDA di Napoli, coinvolge anche il clan Giugliano, che avrebbe garantito l'elezione di Falanga in cambio di appalti pubblici e assunzioni. Il ruolo di intermediario tra politica e criminalità sarebbe stato ricoperto da Franco Carillo. Gli accordi mafiosi avrebbero influenzato le elezioni del 2020, attraverso intimidazioni e promesse di favori, assicurando il controllo sul comune di Poggiomarino.

Smartopic Smartopic - Redazione
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Il sindaco di Poggiomarino, Maurizio Falanga, e il vicesindaco Luigi Belcuore sono stati posti agli arresti domiciliari questa mattina nell’ambito di un’inchiesta condotta dalla Procura di Napoli. L’accusa è di voto di scambio politico-mafioso. Coinvolto anche Franco Carillo, indicato come intermediario tra la politica e il boss Rosario Giugliano, capo del clan Giugliano, attivo nel territorio. Secondo le indagini, alle elezioni amministrative del 20 e 21 settembre 2020, il clan Giugliano avrebbe influenzato il voto per garantire l’elezione di Falanga a sindaco, imponendo intimidazioni sulla cittadinanza e promettendo appalti pubblici in cambio del sostegno elettorale.

Secondo l’accusa, si sarebbe accordato con il clan Giugliano per vincere le elezioni

Le indagini della Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) sostengono che Franco Carillo avrebbe agito come “cerniera” tra la politica e il boss Rosario Giugliano. Il clan, guidato da Giugliano, appena scarcerato all’epoca dei fatti, avrebbe promesso il controllo su appalti pubblici e assunzioni nelle ditte coinvolte nei progetti comunali, tra cui la metanizzazione e la gestione del cimitero. La vittoria di Falanga al primo turno delle elezioni, con il 57,93% dei consensi, sarebbe stata ottenuta grazie all’intimidazione e all’assoggettamento della popolazione locale da parte del clan.

L’indagine

Secondo l’accusa, Carillo avrebbe svolto il ruolo di intermediario tra il sindaco Falanga, il vicesindaco Belcuore e il boss Rosario Giugliano. Quest’ultimo, secondo quanto documentato dai carabinieri, incontrò più volte Carillo per discutere gli accordi elettorali e per garantire, in caso di vittoria, l’assegnazione di appalti pubblici alla camorra. In particolare, si sarebbe discusso di appalti per la ristrutturazione e la gestione del cimitero e di altri progetti comunali, tra cui quello per la metanizzazione del territorio.

Le elezioni

Maurizio Falanga vinse al primo turno le elezioni del settembre 2020, guidando una coalizione di centrodestra composta da liste civiche e partiti come Fratelli d’Italia e Forza Italia. Il candidato di centrosinistra, Giuseppe Annunziata, ottenne solo il 42,07% dei voti. Anche Luigi Belcuore, secondo gli inquirenti, venne eletto grazie all’appoggio del clan Giugliano e, una volta ottenuta la carica di vicesindaco, con delega ai lavori pubblici e al cimitero, facilitò l’assegnazione di alcuni appalti alla ditta di famiglia.

L’intervento del boss

Il boss Rosario Giugliano, in un interrogatorio del 4 ottobre 2023, agli atti dell’inchiesta, ha dichiarato di aver incontrato personalmente il sindaco Falanga per concordare il suo sostegno alla campagna elettorale. Giugliano racconta: «Ebbi due incontri con Maurizio Falanga. Gli illustrai le mie idee e lui fu subito d’accordo. Il mio aiuto passava dall’approvazione del Piano degli insediamenti produttivi e dal progetto di riqualificazione del cimitero. Quando altri candidati si rifiutarono di ritirarsi, intervenni direttamente per far convergere i voti su Falanga, che ritenevo il candidato più adatto».

Le indagini della DDA proseguono per accertare ulteriori dettagli sull’accordo tra politica e criminalità organizzata nella gestione del comune di Poggiomarino.

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