Durante l’incontro del 29 luglio a Pechino tra la premier Giorgia Meloni e il presidente cinese Xi Jinping, sono stati affrontati vari temi di politica internazionale, tra cui la guerra in Ucraina e la crisi in Medio Oriente. Tuttavia, il focus principale è stato posto sull’economia, culminando nella firma del piano triennale d’azione 2024-2027. Questo accordo strategico, siglato dalla premier italiana e dal primo ministro cinese Li Qiang, è stato poi confermato durante la conferenza con Xi Jinping.
La Via della Seta
In questo incontro, Xi Jinping ha evocato lo “spirito della Via della Seta”, specificando che non si riferiva al memorandum del 2019 firmato sotto il governo di Giuseppe Conte. Quell’accordo aveva l’obiettivo di potenziare i legami economici e commerciali tra Italia e Cina, promuovendo investimenti infrastrutturali e progetti legati alla Belt and Road Initiative (BRI). Tuttavia, l’iniziativa aveva suscitato preoccupazioni in Europa per il rischio di una eccessiva influenza cinese sul mercato occidentale, portando il governo Meloni a ritirarsi dall’accordo nel dicembre scorso. Xi Jinping ha quindi parlato di una “strada” che, secondo la premier italiana, è “sempre rimasta percorribile” nonostante le difficoltà.
Il mercato cinese rappresenta circa l’1% del PIL italiano: non è realistico rinunciare completamente a questa relazione solo perché Pechino non ha sempre rispettato il “reciproco rispetto delle regole”. Gli investimenti diretti in Cina ammontano a 15 miliardi di euro, con un notevole impatto nel settore manifatturiero. Inoltre, esiste un potenziale di export non ancora sfruttato di 4,4 miliardi di euro per beni di consumo e strumentali.
Nuove forme di collaborazione
Il piano d’azione triennale sottoscritto domenica prevede di “valorizzare il lavoro già fatto e di esplorare nuove forme di cooperazione, lavorando allo stesso tempo per un bilanciamento dei rapporti commerciali”. A tal proposito, Xi Jinping ha espresso la sua disponibilità a collaborare con l’Italia per “promuovere l’ottimizzazione e il miglioramento della cooperazione negli investimenti economici e commerciali, nella produzione industriale, nell’innovazione tecnologica e nei mercati terzi“, oltre a esplorare nuove aree di cooperazione come i veicoli elettrici e l’intelligenza artificiale.
Tra gli accordi recenti figura quello tra il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit) e il Ministero dell’Industria cinese, volto a migliorare la cooperazione industriale tramite scambi di informazioni e supporto alle aziende. Un altro accordo si focalizza sulla regolamentazione delle indicazioni geografiche e sulla lotta alla contraffazione, promuovendo lo scambio di informazioni sui quadri normativi e organizzando conferenze tra il Ministero dell’Agricoltura italiano e l’Amministrazione Statale Cinese per la Regolamentazione del Mercato.
In ambito educativo, è stato definito un programma tra il Ministero degli Affari Esteri (Maeci) e il Ministero dell’Istruzione cinese per ampliare la mobilità accademica e la formazione. Per la sicurezza alimentare, l’accordo tra il Ministero della Salute e l’Amministrazione Statale Cinese per la Regolamentazione del Mercato (Samr) prevede scambi di informazioni per migliorare la sicurezza delle catene alimentari. Infine, l’intesa tra il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (Mase) e il Ministero dell’Ecologia cinese mira a rafforzare la cooperazione su questioni ambientali, come cambiamenti climatici, biodiversità e inquinamento, promuovendo il dialogo e le attività congiunte.