Attentato a Trump: Le Domande Senza Risposta, i Testimoni Ignorati – Video

Come ha fatto Thomas Matthew Crooks a colpire indisturbato?

Smartopic Smartopic - Redazione
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Come ha fatto Thomas Matthew Crooks a colpire indisturbato?

La scena del crimine

Thomas Matthew Crooks, un 20enne armato di fucile semi-automatico Ar-15, è riuscito a portare a termine un attentato contro Donald Trump senza essere fermato. Diversi testimoni hanno visto il giovane sul tetto di un capannone a meno di 150 metri dal palco dell’ex presidente. Nonostante la sua presenza armata fosse evidente, Crooks ha avuto il tempo di prendere la mira e sparare diversi colpi prima di essere neutralizzato da un cecchino dei servizi segreti.

Le falle nella sicurezza

Le falle nella sicurezza sono al centro dell’indagine. I vertici del Secret Service, del Dipartimento di Sicurezza nazionale e dell’Fbi dovranno rispondere alle domande della Camera. Mike Johnson, speaker della Camera, ha confermato che i responsabili della sicurezza di Trump saranno convocati per chiarire cosa non ha funzionato. Gli addetti alla sicurezza si sarebbero mossi in ritardo rispetto alle prime segnalazioni provenienti dal pubblico.

Le testimonianze che mettono in dubbio l’efficienza della sicurezza

Le segnalazioni ignorate

Ben Maser, un saldatore 41enne, ha raccontato all’agenzia Reuters di essersi trovato fuori dal perimetro del comizio di Trump e di aver notato due agenti che sembravano cercare qualcuno. Anche lui ha iniziato a guardarsi intorno. Greg Smith ha raccontato alla BBC di aver cercato di segnalare la presenza di Crooks agli uomini della sicurezza. “Abbiamo notato il tizio che si arrampicava sul tetto dell’edificio accanto a noi, a 15 metri di distanza – ha raccontato Greg Smith – Aveva un fucile, si vedeva chiaramente un fucile. Lo stavamo indicando, la polizia era a terra e noi dicevamo: ‘Ehi amico, c’è un tizio sul tetto con un fucile…’. E la polizia non sapeva cosa stesse succedendo“.

Il mistero dei tetti non sorvegliati

Smith si è chiesto perché non ci fossero agenti dei servizi segreti sui tetti degli edifici circostanti. “Perché non ci sono i servizi segreti su tutti questi tetti? Non è un posto grande. È un errore di sicurezza, un errore di sicurezza al 100%“. Le sue domande sono tanto banali quanto efficaci: come è stato possibile che un giovane armato potesse arrampicarsi su un tetto, prendere la mira e sparare indisturbato durante un evento così importante?

Le risposte attese

La convocazione dei responsabili

I vertici della sicurezza dovranno fornire risposte concrete. Le testimonianze raccolte mettono in luce gravi lacune nel sistema di protezione dell’ex presidente. Le spiegazioni tardano ad arrivare, ma una cosa è certa: l’evento ha evidenziato falle critiche che devono essere risolte per garantire la sicurezza in futuro.

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