Meta, la compagnia di Mark Zuckerberg, ha deciso di rendere la vita dei fotografi un po’ più movimentata. All’inizio di febbraio, ha annunciato che avrebbe iniziato a etichettare le foto create con strumenti di intelligenza artificiale sui suoi social network. Entro maggio, il sistema era a pieno regime, ma con un piccolo inconveniente: non sa distinguere una foto vera da una falsa.
Kolkata Knight Riders: Il Fumo Viola dell’Incomprensione
Chi l’avrebbe mai detto che una foto sportiva potesse diventare un caso di studio sull’intelligenza artificiale? I Kolkata Knight Riders, la squadra di cricket di Calcutta, hanno visto la loro foto di vittoria, avvolta in una nube di fumo viola, etichettata come “creata con IA“. Un semplice scatto di esultanza è diventato il poster della confusione algoritmica di Meta. Forse il sistema pensava che il fumo fosse troppo drammatico per essere reale?
Pete Souza: Dalla Casa Bianca all’AI Farsa
Anche Pete Souza, ex fotografo della Casa Bianca, non è sfuggito alla rete di errori di Meta. Le sue foto storiche, tra cui uno scatto leggendario di un match tra i Boston Celtics e gli LA Lakers, sono state bollate come opere di intelligenza artificiale. “Mi dà fastidio che l’app mi abbia obbligato a inserire l’etichetta anche se l’immagine non è creata con l’intelligenza artificiale“, ha dichiarato Souza. Forse Meta pensa che ogni foto con un po’ di fotoritocco sia un’opera d’arte digitale futuristica.
Meta Risponde: Parole di Saggezza Tecnologica
Nonostante le lamentele, Meta sembra decisa a mantenere il suo approccio. “Il nostro intento è sempre stato quello di aiutare le persone a sapere quando vedono contenuti realizzati con l’intelligenza artificiale”, ha dichiarato la compagnia. In pratica, ogni piccolo ritocco viene considerato come un grande intervento tecnologico. Anche se stai solo togliendo quel fastidioso granello di polvere dallo sfondo, preparati a vedere la tua foto etichettata come “creata con IA”.
La Richiesta dei Fotografi: Chiarezza sull’AI
I fotografi non chiedono la luna, solo un po’ di buon senso. Suggeriscono che Meta dovrebbe distinguere tra immagini generate completamente dall’AI e quelle semplicemente modificate. Un sistema di etichettatura che specifichi se l’AI è stata utilizzata per creare l’immagine da zero o solo per un piccolo ritocco farebbe la differenza. Per ora, però, sembra che dovranno continuare a lottare contro l’algoritmo che vede AI ovunque.
Conclusione: Quando la Trasparenza Diventa Oscura
Insomma, il tentativo di Meta di portare trasparenza sta generando non poche ombre. La compagnia di Zuckerberg sembra intenzionata a marcare ogni uso dell’AI, ma la precisione lascia a desiderare. Tra foto sportive e scatti storici scambiati per creazioni artificiali, i fotografi possono solo sperare che il sistema impari presto a distinguere tra realtà e finzione. Nel frattempo, preparatevi a vedere un sacco di “creato con IA” su foto che sono tutto tranne che artificiali.